Quando mi devo preoccupare per la crescita di mio figlio?
“Starà crescendo in maniera corretta?”. Ogni genitore si è posto diverse volte questa domanda, sia nel primo anno di vita del proprio figlio neonato, sia in quelli successivi. È una preoccupazione legittima che può essere fugata, però, effettuando i periodici controlli prescritti dal pediatra. Durante queste visite di routine, che si effettuano fin dalla nascita, il medico rileverà le misure del bambino in termini di altezza e peso e li inserirà in una curva di crescita. Quest’ultimo rappresenta un documento sul quale si registrano le misurazioni periodicamente rilevate e si confrontano con quelle successive, rapportandole con altezza e peso medi per individui sani della stessa età e dello stesso sesso in una data popolazione. Per questo si parla di percentili, perché le rilevazioni sono rapportate in termini di percentuale rispetto alla media per sesso ed età.
Crescita, un processo continuo e non lineare
Spesso ciò che preoccupa di più un genitore è l’altezza del proprio figlio, ma va subito detto che la crescita staturale non è lineare, ma è un processo continuo. Per questo non ha senso soffermarsi su un singolo valore più basso della media, ma è sempre necessario valutare la personale curva di crescita del bambino nel suo complesso, anche alla luce di fattori determinanti, come, per esempio, l’altezza dei genitori e dei nonni. Stesso discorso vale per il peso: il potenziale genetico dei genitori, cioè la loro costituzione, è un fattore importante nello sviluppo del bambino, che
proprio da mamma e papà eredita il suo patrimonio genetico.
L’accrescimento deve essere valutato con misurazioni distanziate tra loro di almeno 6 mesi, sapendo che normalmente nei primi due anni di vita si verifica una crescita più rapida e significativa rispetto agli anni successivi e alla pubertà, e che c’è anche una crescita stagionale, che vede un’accelerazione normalmente più significativa nei mesi primaverili ed estivi. Il pediatra disegnerà l’evoluzione della curva di crescita e potrà così tenere sotto controllo l’accrescimento del neonato prima, del bambino poi, e dell’adolescente nel corso del tempo. In caso i dati si discostino in maniera significativa dalle curve di crescita dei bambini di stesso sesso ed età, allora il pediatra indirizzerà i genitori ad analisi più mirate, volte a indagare l’eventuale presenza di un disturbo della crescita, raccomandando al contempo la consulenza di un medico specialista in materia.
L’accrescimento deve essere valutato con misurazioni distanziate tra loro di almeno 6 mesi: il pediatra disegnerà l’evoluzione della curva di crescita e potrà così tenere sotto controllo l’accrescimento del suo paziente ¹.
Non è detto che un bambino che cresce poco abbia un problema di salute: può essere semplicemente figlio di genitori non eccessivamente alti oppure avere una crescita rallentata, ma da adulto raggiungerà, comunque sia, una statura considerata nella media. In quest’ultimo caso si parla di ritardo costituzionale della crescita e della pubertà, un fenomeno che si caratterizza per una bassa statura nell’età infantile, ma in un’altezza poi normale in età adulta. Certamente i soggetti con un ritardo costituzionale della crescita vanno tenuti sotto controllo, per escludere che
ci siano altri motivi più seri alla base di questo rallentamento, ma sarà il pediatra a valutare i tempi delle rilevazioni e la necessità di eventuali esami più approfonditi.
Deficit dell’ormone della crescita: Interessa 1 bambino su 4.000
Raramente alla base di un difetto di crescita c’è un deficit dell’ormone GH, quello prodotto dalla ghiandola ipofisi e deputato allo sviluppo osseo, muscolare e della crescita di un individuo in generale: capita che si verifichi un deficit di GH soltanto in un bambino su 4.000. A questa conclusione si giunge dopo numerosi accertamenti specifici e solo allora si potrà fare una diagnosi e procedere, poi, con la giusta terapia.
L’ormone GH è quello deputato alla crescita dell’individuo: se è prodotto dall’ipofisi in maniera insufficiente o se non è prodotto del tutto possono verificarsi ritardi importanti nello sviluppo, ma capita assai raramente, solo in un caso su 4.000².
Il trattamento prevede la somministrazione dell’ormone di cui il paziente è carente (o che non produce del tutto), e per questo si parla di terapia sostitutiva, ma deve essere prescitto soltanto in caso di reale e conclamato deficit dell’ormone della crescita.
Per concludere, interrogarsi sulla crescita del proprio piccolo è assolutamente normale e anche necessario, perché mantenere controllati i valori di riferimento per peso e altezza è la strategia migliore per individuare eventuali anomalie, e correre prontamente ai ripari. Senza, però, eccessivo allarmismo e affidandosi con fiducia alle mani esperte del pediatra, che rimane il punto di riferimento per la crescita dei nostri lattanti, neonati, bambini e ragazzi.
Calcola la crescita di tuo figlio
È importante monitorare la crescita di tuo figlio perché ti permette di identificare eventuali problemi sin da subito¹. In generale, ti consigliamo di misurare tuo figlio ogni 6 mesi: utilizza il nostro calcolatore della crescita, facile e immediato da usare.
Preparati a parlare col tuo medico
Se ti preoccupa la crescita di tuo figlio, non esitare a parlarne con il tuo medico: sarà in grado di effettuare alcune misurazioni e di fare ulteriori indagini, se necessario. Il medico potrebbe consigliarti di rivolgerti a uno specialista. Siamo qui per aiutarti a gestire la conversazione con entrambi.
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È importante rivolgersi al centro specialistico in grado di accogliere e soddisfare tutte le richieste diagnostiche e terapeutiche relative ai problemi di crescita.
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Riferimenti
¹ M.Maghnie, J.I.Labarta et al., “Short stature diagnosis and referral”, Frontiers in endocrinology, January 2018.
² M.M.Lee, “Idiopathic short stature”, The New England Journal, 2006; 354:2576-82